
La dogana, a cui si accede tramite il ponte di Attone
La Valle Imagna è ricca di punti di interesse, tra cui il Santuario della Cornabusa, la rotonda di San Tomè e il Borgo di Clanezzo. Situato alla confluenza di tre valli, la Valle Imagna, la Val Brembana e la Val Brembilla, il borgo di Clanezzo è un luogo suggestivo, capace di farci tornare indietro nel tempo.

Il Borgo di Clanezzo: una storia antica di secoli
Questo borgo non è solo situato alla confluenza di tre valli, ma anche del torrente Imagna e il fiume Brembo.
Possiamo far risalire l’origine verso il 10.000 a.C: sono stati ritrovati infatti reperti del Paleolitico Superiore in diverse località (tra cui Piane o Castello e le grotte di Costa Cavallina) e reperti di origine celtica risalenti alla I Età del Ferro sulla Collina di Duno. Clanezzo, dunque, era popolata ancor prima dell’arrivo dei romani.
L’età dei romani e i reperti storici
I Romani governarono sul territorio per quattro secoli. Si pensa che l’area su cui oggi si trova la Chiesa di San Gottardo fosse anticamente una necropoli. Oltre a tombe quadrate e chiese, sono state trovati altri reperti che testimoniano la presenza dei romani: monete del Basso Impero lungo le rive del Brembo e frammenti di terracotta in località Castello.
Inoltre è stata scoperta una sepoltura lungo la mulattiera che unisce Clanezzo a Ubiale (nella zona del “Ponte della Sposa”). Di conseguenza si pensa che gli insediamenti arrivassero fino a Zogno e che fossero collegati ad Almenno (allora chiamato Lemine) tramite la strada che passava per Ubiale.
Dagli scontri tra guelfi e Ghibellini al Regno d’Italia
Il borgo di Clanezzo è stato teatro di lotte tra guelfi e ghibellini. In tutta la zona sorsero castelli e fortificazioni e furono molti gli scontri: Clanezzo era legato a Brembilla e combatté a lungo contro gli abitanti della Valle Imagna.
All’inizio del XV la situazione si calmò e tutta la provincia visse sotto il dominio della Repubblica di Venezia, la quale emanò provvedimenti per migliorare la situazione sociale ed economica, tra cui la via Priula per collegare Bergamo con il canton Grigioni. Nonostante la strada passasse sull’opposto versante, anche Clanezzo ne beneficiò: migliorarono trasporti e commerci.
Dopo la dominazione francese al termine del XVIII secolo, arrivarono nel 1815 gli austriaci. Infine Clanezzo (così come Ubiale e il resto della Valle Imagna) venne annesso al Regno d’Italia nel 1859.
Luoghi d’interesse: il castello di Clanezzo, la dogana e il porto, i ponti

Il castello di Clanezzo
A far costruire il castello, secondo gli storici, fu Attone di Guiberto, in epoca medioevale. Su questo castello circolano leggende, storie e un alone di mistero.
Ad esempio, si racconta di un signorotto ghibellino, Enguerrando Dalmasano, proprietario del castello verso la metà del 1300. Egli ordinava incendi e saccheggi nei territori guelfi valdimagnini; molti tentativi d’assedio furono vani. Finché Pinamonte da Capizzone, monaco-guerriero, decise di aiutare la popolazione e ribellarsi al signorotto, cercando di assalire il maniero. Ma Beltramo, figlio di Dalmasano, lo scoprì e imprigionò il frate nelle segrete di una delle torri, dove morì tra atroci sofferenze.
Negli anni il castello è stato distrutto e ristrutturato. Nel 1804 la famiglia Beltrami acquistò lo stabile e il castello riprese lustro. Vi alloggiarono anche personalità importanti come l’Arciduca Ranieri d’Austria, il politico e scrittore Massimo d’Azeglio e il compositore Giuseppe Verdi.
Oggi il castello è utilizzato per feste e banchetti.
La dogana, a cui si accede tramite il ponte di Attone
La Dogana e il Porto
La dogana è una robusta torre quadrata, anticamente posto di controllo dei transiti tra le due sponde terminali della Valle Imagna e sede della “gabella” che imponeva dazi ai commerci.
Al porto, invece, attraccava il traghetto che faceva la spola tra le due rive del Fiume Brembo trasportando merci e persone. Un tempo, infatti, si sfruttava il corso del fiume per raggiungere i paesi lungo le rive; tuttavia, il traffico commerciale transitava principalmente sulla sponda sinistra. Per questo, per collegare le due rive, si pensò di utilizzare un traghetto.

I tre ponti di Clanezzo
Realizzato interamente in pietra grezza, il ponte di Attone unisce Clanezzo ad Almenno. Venne fatto costruire da Attone nel 975, in epoca alto medioevale.
Nel 1878 Vincenzo Beltrami costruì un ‘put che bala’, una passerella sorretta dalle funi, opera di alta ingegneria per quei tempi. La sua costruzione, di maggior funzionalità e maggior convenienza finanziaria (anche se c’era un tributo da pagare), portò all’abbandono del traghetto. La passerella è lunga 75 metri e permette di raggiungere i sentieri sulle due sponde.
Per collegare l’isolata Clanezzo nel 1925 venne costruito un ponte ad arco sull’Imagna, che collega direttamente in quota i due pianori che si fronteggiano sul torrente. Il ponte è il primo in cemento armato costruito in Italia.
Come arrivare al borgo di Clanezzo
Visitare questo borgo significa immergersi in un’atmosfera incantevole, che riporta in epoche passate. La sua posizione è suggestiva, immersa nel verde e nella tranquillità della natura.
Per arrivare a Clanezzo, si imbocca la strada provinciale per la Val Brembana e all’altezza di Sedrina si prende lo svincolo che indica ‘Ubiale’, seguendo poi i cartelli. Si può raggiungere il borgo anche da Almenno San Salvatore.