Oggi vi raccontiamo la storia di Gigi.
Gigi in valle all’interno del suo negozio/enoteca dispensa buon vino, affetta sulumi, vi sorride e vi consiglia il formaggio migliore.
Ed a volte il formaggio migliore compie strani viaggi e piccoli grandi miracoli.
Qualche giorno dopo la prima scossa di terremoto in Emilia e dopo aver visto il disastro in televisione Gigi si accorge come tutti noi che al di là del dramma umano che stava coinvolgendo le popolazioni della zona ve ne era uno secondario ma ad ogni modo vitale per l’economia di quella regione: le scene di intere forme di formaggio crollate nei caseifici non lo lasciano indifferente.
Gigi fa proprio questo di lavoro: vende formaggi. Non ci pensa su due volte e realizza fin da subito che poteva fare qualcosa in più.
Vallimagna.com lo ha incontrato…
– Ciao Gigi ci racconti qualcosa della tua recente esperienza in terra emiliana? Come è nata l’idea?
Circa 5 giorni dopo la prima scossa ho cercato in internet, tramite il sito della confagricoltura qualche caseificio segnalato con danni, ho telefonato ad un caseificio della provincia di Bologna chiedendo se avessero bisogno in qualche modo di aiuto. Premetto che per riuscire a prendere la linea ci son voluti quasi 2 giorni. Mi ha risposto una signorina gentilissima dicendomi che un grosso aiuto sarebbe stato per loro quello di vendere le forme di formaggio danneggiate a prezzi notevolmente ribassati e che altrimenti sarebbero rimaste inutilmente invendute e destinate allo smaltimento con un ulteriore peggioramento delle stesse aziende. Dato che il mio lavoro consiste nel vendere formaggio mi è venuta l’idea di farlo in modo gratuito per dare il mio piccolo contributo!!
– Quindi come ti sei organizzato?
Ho inizialmente comunicato la mia intenzione per prima cosa a tutti i miei contatti facebook e subito dopo ho informato l’ISOT (l’associazione di imprenditori di Sant’Omobono Terme) delle mie intenzioni comunicando loro che il giorno 4 giugno sarei sceso in terra emiliana per caricare del parmigiano terremotato. In questo modo speravo di diffondere la notizia a qualcuno che ne fosse interessato.
– E che risposta hai avuto dalla valle?
Ottima, non pensavo davvero di avere un così grande riscontro positivo: dopo due giorni dall’anuncio , mio malgrado, ho dovuto chiudere le prenotazioni poichè non avevo pù posto sul furgone!
Erano state prenotate 48 forme di parmiggiano di circa 43 kg l’una! Devo davvero ringraziare i tanti amici di facebook, l’ISOT e i clienti della valle che si sono mostrati subito solidali!
– Quando sei partito?
Il 4 giugno in compagnia della mia amica Laura Rangoni, giornalista enogastronomica originaria dell’Emilia.
– Ci racconti le tue sensazioni?
Passando per il centro delle citta sembrava non fosse accaduto nulla agli edifici costruiti di recente tanto che arrivati al caseificio io e laura ci siamo guardammo negli occhi e ci siamo detti: ma ci hanno preso in giro? Qui di distrutto non c’è niente! Scendemmo dal furgone e dopo esserci presentati ci hanno fatto entrare all’interno della zona di stagionatura… Ed ecco che qui mi si è gelato il sangue: un magazzino di 10.000mq per lo stoccaggio e la stagionatuura del parmigiano per una capienza totale di 40.000 forme trasmformato in un ammasso di scaffalature rovinate a terra (normalmente sono alte fino a 30mt). Le forme mischiate a ferro e legno: il tutto ammontonato in un angolo del magazzino e i pezzi di scaffalature conficcati nelle forme: mi si è accaponata la pelle e mi sono scese le lacrime agli occhi. Ma le lacrime sono presto scompare quando abbiamo parlato col casaro che ci ha detto: qui si deve vendere tutto al più presto, non abbiamo tempo di piangerci addosso! Le mucche producono latte tutti i giorni e il formaggio si deve continuare a produrre! Questa è la forza della terra emiliana!
– Continua…
Una volta caricato il formaggio sulla strada del ritorno io e Laura siamo passati a caricare dell’altro parmigiano in un altro caseificio, più piccolo, ma con gli stessi grandi problemi e con produzione di 1000 forme! Poi via verso la Valle Imagna. Alle 19 arriviamo al mio negozio e mi metto subito al lavoro con le forme. Il giorno dopo avevo già i primi 350 kg da consegnare: per tutta settimana sono stato impegnato con mia moglie Michela nel porzionare e sottovuotare il parmigiano.
– Cosa ti resta nel cuore di questa esperienza?
Per me è stata una grande esperienza: spero di riuscire a ripetarla il più presto possibile anche perchè ho ancora tantissime richieste di persone che non sono riuscito ad accontentare…
Grazie Gigi!